Nata nel 1980 nella Lettonia occupata dai sovietici, la pittrice figurativa 4Jana Brike crea straordinari scenari ricchi di suggestioni, attraverso i quali si intravede il mondo intimo e personale dell’artista, che lei stessa descrive come una "poetica autobiografia visiva".
Comune a tutte le sue opere è la presenza meravigliosa e rigenerante della natura, in particolare l'archetipo dell'acqua che, insieme ad altri elementi, compone un simbolismo intuitivo e personale attraverso il quale l'artista affronta temi di esplorazione, crescita, innocenza, curiosità, trascendenza e amore.
I suoi dettagliati paesaggi onirici mostrano figure umane, spesso giovani donne nell’eta dell’adolescenza, alla scoperta giocosa e inconsapevole del mondo che le circonda.
Nei suoi dipinti c'è spesso una contrapposizione di durezza e morbidezza, i corpi diafani mostrano graffi sanguinanti, incisioni o arrossamenti in totale contrasto con la delicatezza della pelle e gli elementi che le circondano quali farfalle e fiori.
Anche la vulnerabilità e l'intimità sono una caratteristica importante del lavoro di Brike. La nudità e la natura si accompagnano spesso nei suoi dipinti e l’Artista stessa descrive il corpo umano come "vulnerabilità nella sua nudità".
Ragazze adolescenti sono quasi sempre le protagoniste delle opere di Brike, a volte raffigurate in scene di esplorazione erotica, diventando metafore della continua scoperta di noi stessi e rappresentando la crescita che tutti noi compiamo nel corso della nostra vita, indipendentemente dall'età biologica o dal sesso.
In questo modo le sue opere rappresentano un inno alla femminilità senza filtri, una celebrazione della Terra e della Natura e della libertà dall'oppressione.