Ben Ashton è un maestro della sovversione. L’artista unisce mezzi tecnologici in costante evoluzione con tecniche di pittura classiche, da lui apprese da autodidatta, per dare vita ad opere tanto belle quanto stimolanti. Ispirandosi qui ai "ritratti di sfarzo" di artisti come Thomas Lawrence, Ashton critica l'ipocrisia del discorso politico contemporaneo e la sua strumentalizzazione del tema della nostalgia. Il suo lavoro enfatizza la natura ciclica della storia e, attingendo all'estetica del passato, trova una via d’uscita per la sua ansia riguardo agli eventi del mondo di oggi.
Ashton vede il suo corpus artistico come una narrazione personale, una cronaca visiva della sua vita e delle vite delle persone che lo circondano. Secondo l’artista una retrospettiva postuma del suo lavoro svelerebbe l'intero percorso della sua vita attraverso la pittura, testimoniando il passaggio del tempo - "Vedresti qualcuno invecchiare", dice, aggiungendo un po’ del suo amore per la resilienza del ritratto: "ha una strana genealogia ed è stato parte del mezzo di espressione dell'umanità per secoli."