Ben Ashton è un maestro della sovversione. L’artista unisce mezzi tecnologici in costante evoluzione con tecniche di pittura classiche, da lui apprese da autodidatta, per dare vita ad opere tanto belle quanto stimolanti. Ispirandosi qui ai "ritratti di sfarzo" di artisti come Thomas Lawrence, Ashton critica l'ipocrisia del discorso politico contemporaneo e la sua strumentalizzazione del tema della nostalgia. Il suo lavoro enfatizza la natura ciclica della storia e, attingendo all'estetica del passato, trova una via d’uscita per la sua ansia riguardo agli eventi del mondo di oggi.
Ashton vede il suo corpus artistico come una narrazione personale, una cronaca visiva della sua vita e delle vite delle persone che lo circondano. Secondo l’artista una retrospettiva postuma del suo lavoro svelerebbe l'intero percorso della sua vita attraverso la pittura, testimoniando il passaggio del tempo - "Vedresti qualcuno invecchiare", dice, aggiungendo un po’ del suo amore per la resilienza del ritratto: "ha una strana genealogia ed è stato parte del mezzo di espressione dell'umanità per secoli."
1) Nelle tue opere c’e una contrapposizione di tecnica tradizionale e riferimenti all’arte classica, unite ad una virata ipermoderna, una stravagante e, oserei dire, psichedelica sovversione surrealista. In che proporzione il passato e il futuro si interfacciano nella tua ispirazione e in questo interludio cosa racconta il presente dei personaggi delle tue opere?
Ho sempre considerato la storia del ritratto come se fosse un indice da cui posso attingere per fare un commento sugli eventi attuali. Spesso provo ansia per varie questioni geopolitiche che l'umanità deve affrontare, quindi mi rivolgo al passato per esprimere le mie critiche. Uso l'umorismo per alleviare le mie preoccupazioni sull'umanità, spesso evidenziando la natura ciclica degli eventi degli esseri umani che prendono ripetutamente le stesse stupide decisioni. I miei personaggi interpretano il ruolo di antieroi, ignari del dolore che causano, inconsapevoli della loro imminente autodistruzione.
2) Nell’evoluzione del tuo lavoro notiamo una ricerca delle forme non convenzionali, la fuoriuscita dagli spazi prestabiliti dai formati dell’arte e una pulsione forte all’astrattismo. Quando e come è iniziata questa tensione verso questa dimensione altra?
Ho iniziato a sperimentare con vari metodi di distorsione circa otto anni fa, nel periodo del referendum sulla Brexit. Questo tumulto nella politica britannica ha agito come un catalizzatore per il mio lavoro. Ci è stata raccontata una bugia da politici loschi che insistevano sul fatto che un ritorno al passato avrebbe riportato la Gran Bretagna a una superpotenza, evocando idee di nazionalismo intenso, sostenendo che l'isolamento fosse la strada da seguire. Volevo sovvertire queste rappresentazioni idilliache dei giorni dell'impero, prendere in giro ciò che è stato esaltato su un piedistallo per molti anni, rendere il passato non così certo utilizzando la distorsione digitale e l'intelligenza artificiale.
La nostalgia è stata evocata lungo tutta la nostra storia per convincere la popolazione ad andare contro i propri interessi. La nostalgia è un luogo che sembra sicuro in cui ci piace ritirarci quando il futuro ci spaventa, ed è proprio questo che voglio sovvertire con il mio lavoro.
3) Nelle intersezioni di volti c’è un disegno preciso cosa ti suggerisce il momento di collisione e fusione all'interno dei tuoi lavori?
Prima di iniziare a dipingere, mi consideravo un artista performativo, poiché utilizzavo il mio corpo come strumento per esprimere vari concetti. Quando mi sono interessato alla pittura figurativa storica, ho naturalmente iniziato a usare me stesso come soggetto e come mezzo di espressione. Ho spesso visto l'utilizzo del mio corpo per creare un’opera come incredibilmente economico, poiché posso sempre fare affidamento su me stesso quando ho bisogno di un modello. Nel corso degli anni la mia famiglia è diventata un cast di personaggi che possono interpretare ruoli diversi.
Apprezzo il fatto di limitarmi a questo piccolo gruppo di persone, poiché è come ridurre la tua tavolozza a pochi colori, e trovo che queste limitazioni mi costringano a diventare più creativo. Spesso non è importante per me chi sono le persone nel dipinto, ma lo sono, piuttosto, i personaggi che si sforzano di rappresentare.
4) Tra le arti oltre la pittura quale altra forma ti ispira di più? Musica, Danza, Poesia…?
Mentre crescevo, ero tanto interessato a perseguire una carriera nella recitazione e nella musica quanto nell'arte. Sono poi giunto alla conclusione che potevo combinare tutti questi interessi in una carriera artistica unica. Credo che questo sia il motivo per cui l'arte performativa mi ha affascinato così tanto. Credo, in un certo senso, di aver scritto la mia storia con i miei dipinti, anche se tutti noi interpretiamo personaggi diversi nelle mie opere. Se mai ci fosse una retrospettiva dei miei lavori si vedrebbe un gruppo di persone che invecchiano gradualmente. È proprio questo aspetto dell’eredità personale che mi fa essere così ossessionato dagli autoritratti di Rembrandt.
5) Cosa significa per te dipingere? Cosa cerchi e cosa trovi mentre nascono le tue creazioni? C’è un'emozione che non sei ancora riuscito a catturare nei tuoi dipinti, ma che aspiri ad esplorare in futuro?
Personalmente vedo la pittura come estremamente terapeutica, poiché mi consente di sdrammatizzare le mie ansie più debilitanti attraverso un atto di creazione molto graduale. È molto difficile per me guardare al futuro del mio lavoro, perché è molto legato alla mia reazione alle questioni attuali. Il futuro mi spaventa, così come spaventa la maggior parte delle persone, ma reagirò di conseguenza.
6) Nelle tue opere è percepibile un forte riferimento alla cultura inglese alla sua storia al suo costume, in particolare all’epoca Vittoriana. Ritieni i sia importante approfondire ed esplorare i dettagli e le radici dell’arte inglese per chi ne conosce solo gli aspetti contemporanei e quali sono in particolare i riferimenti alla tua cultura che trovi siamo più affascinanti per il pubblico oltre la manica?
Trovo che riflettere sui giorni dell'impero attraverso una lente contemporanea possa mostrare quanto siamo caduti in basso. Come società siamo senza direzione, reagiamo alla nostra recessione autoindotta con una rabbia impotente, pronti a puntare il dito accusatore su qualsiasi cosa per evitare di riflettere su noi stessi. Il resto dell'Europa può, se tutto va bene, usare l'Inghilterra come un esempio da tenere a mente per evitare di cadere facilmente in una retorica nazionalista distruttiva.
7) Da dove trai la maggior ispirazione per le tue opere?
Tendo a trarre ispirazione dalle attuali questioni geopolitiche, esplorando spesso le mie varie ansie insite nel confrontarmi con gli avvenimenti attuali, attingendo alla storia dell'arte come se fosse uno specchio. Vedo dei collegamenti tra gli errori che l'umanità sta commettendo in questo momento e nei vari periodi storici, perciò uso la storia dell'arte come fosse un indice, come una forma di commento.