In "Cosmogony and Pets" c'è una chiara fusione del mitico con il quotidiano. Potresti raccontarci il processo di integrazione di questi mondi diversi e cosa rivela sulla tua prospettiva del quotidiano rispetto al fantastico?
JA: La mostra "Cosmogony and Pets", come gran parte della mia produzione artistica, cerca di affiancare significati o elementi apparentemente contraddittori per sfidare la logica ed esplorare l'inaspettato. Cerca di essere come una finestra su un regno di possibilità, dove l'irreale diventa tangibile e l'ignoto è affrontato coraggiosamente. Gli spettatori sono invitati a immergersi in questo universo di contrasti, dove il bello e il grottesco si intrecciano in una danza visiva che sfida le aspettative.
JA: Il subconscio è fondamentale nel suscitare emozioni intense, rendendo superflue le spiegazioni dettagliate dell'opera. È la forza che anima l'esperienza estetica, dando a ogni elemento una dimensione di profondità e mistero. Il forte impatto emotivo che sentiamo di fronte al volto di una donna immersa in una visione mistica barocca, circondata da elementi sorprendenti, surreali o straordinariamente quotidiani, è un effetto diretto sul nostro subconscio. Questa esperienza unisce il familiare al fantastico e il quotidiano al trascendente, in un connubio che arricchisce profondamente la nostra percezione estetica.
JA: Temi storici o post-apocalittici e mitologici giocano un ruolo cruciale nei miei dipinti, arricchendoli e aggiungendo profondità. La nuova serie di dipinti invita alla riflessione sulla natura dell'esistenza e sui misteri dell'universo. Ogni opera potrebbe essere un'esplorazione dell'ignoto e un promemoria della complessità del mondo che abitiamo. Questi "misteri" sono stati un tema costante nella storia dell'arte, e mi piace recuperare sia i temi che l'estetica dei classici per poi infonderli con altri elementi contemporanei. In questo modo, si crea un dialogo tra il passato e il presente, con un tocco di umorismo che si connette con lo spettatore in modo più naturale.
JA: Da illustratore con quasi due decenni di esperienza, ho dedicato la maggior parte della mia carriera al regno digitale, dando priorità alla praticità, alla chiarezza concettuale, all'estetica semplice e all'attrattiva visiva in ogni creazione. Tuttavia, il mio lavoro come pittore rappresenta per me un'urgente necessità di equilibrio creativo. Emerge come una controparte al mio lavoro di illustratore, soddisfacendo le mie esigenze e preoccupazioni artistiche.
Nella mia pittura, abbraccio uno stile classico che trascende le tendenze temporali, dove la rappresentazione degli oggetti è libera da qualsiasi artificio estetico. Ogni dipinto racconta storie in modo crudo e diretto, come frammenti che si dispiegano davanti allo spettatore con una naturalezza e onestà inaspettate.
JA: In numerose occasioni, nei miei dipinti, suggerisco "indizi" che invitano lo spettatore a svelare un enigma. Ad esempio, nell'opera "LUCA", potrebbe essere che l'organismo fluttuante vicino alla figura femminile rappresenti l'Ultimo Antenato Comune Universale, l'antenato che si suppone abbia dato origine a tutta la vita su quel pianeta immaginario? Tuttavia, al di là di tali interpretazioni, è di fondamentale importanza per me che lo spettatore si immerga immediatamente nell'universo visivo che propongo. Il sottile gioco con l'assurdo incoraggia questa immersione, e considero la percezione dello spettatore valida tanto quanto qualsiasi spiegazione io, come artista, possa offrire. È in questa interazione che risiede la vera magia dell'arte, dove ogni sguardo è unico e ogni interpretazione arricchisce l'esperienza estetica.