ARTIST SPOTLIGHT

The Magical Cubism of Erkut Terliksiz - Between Accidental Dream and Freedom
Settembre 5, 2024
ARTIST SPOTLIGHT
È stata recentemente inaugurata presso la DCG di Roma "Isola", la nuova mostra personale dell'artista cubista turco Erkut Terliksiz, che torna per la seconda volta alla Dorothy Circus. 

Ispirato dalla pandemia, Erkut sognava un'isola sperduta con la sua famiglia, infondendo nei suoi quadri scenari di libertà e introspezione legati all'isolamento.

Per questa mostra, Erkut ha scelto la parola italiana "Isola". Questa collezione di otto opere riflette il suo approccio innovativo e la ricerca materica che unisce errore e sviluppo. Le opere iniziano con una macchia, seguendo la regola che non ci sono regole, e vengono completate dall'interpretazione dello spettatore.
 
 
Le opere, con pennellate spesse e audaci, creano composizioni dinamiche al centro, rappresentando una piccola comunità e, al contempo, la solitudine contemporanea.

"Dungeon", "Mars Opening Party" e "Exodus", per esempio, offrono una narrazione profonda, esplorando il decadimento morale della società. Erkut racconta le lotte e la resilienza delle persone che navigano attraverso le storie strazianti del nostro tempo.
 
Erkut Terliksiz è un talentuoso artista noto per i colori brillanti e lo stile fumettistico, ispirato da Picasso, Guston e Condo. Le sue opere esplorano la vulnerabilità umana, la fugacità del tempo e l'importanza di cogliere l’attimo.

Nonostante i temi cupi, il suo uso giocoso della pittura vivacizza le sue opere. Influenzato dal cubismo di Picasso, Terliksiz distorce i soggetti con un linguaggio visivo unico, enfatizzando occhi, orecchie e nasi sporgenti in composizioni dinamiche e drammatiche con forti contrasti di colori. 
 
 
Le dimensioni e le composizioni non convenzionali delle sue opere creano una prospettiva appiattita, lasciando allo spettatore la libertà di decidere dove focalizzare l’attenzione. L’arte di Terliksiz si basa su intuizione e possibilità, riflettendo la sua sensibilità verso il mondo circostante. Per meglio approfondire la Sua opera, condividiamo con voi l'ultima intervista dell'artista rilasciata alla Dorothy Circus in occasione della sua ultima mostra.
 
 
L'ISOLA, UN RIFUGIO DI LIBERTÀ
Intervista con  Erkut Terliksiz
 
1 - Che cosa ti ha ispirato nella creazione della serie 'Isola', e come questo tema nel suo significato italiano risuona con il tuo personale percorso artistico?

Credo che tutto sia iniziato con la pandemia. Sognavo di essere su un'isola con la mia famiglia. Poi ho iniziato a dipingere figure, naufraghi su quest'isola, che mi hanno dato molta libertà all’interno dei miei ultimi dipinti - cieli blu, spiagge infinite e viaggi. Le isole, per me, sono luoghi di risate e gioia; custodiscono storie nei loro angoli tranquilli. Isolarsi dal trambusto della vita reale, è una deliziosa fuga dalla routine quotidiana e dai problemi ordinari che ingombrano la nostra vita di tutti i giorni. Questo senso di estraniamento risuona profondamente con i temi della mia nuova serie, dove ogni opera invita gli spettatori a trovare libertà e comfort lontano dal consueto.
 
2 - Il termine 'Isola' si traduce in 'island' in inglese. Questo fa riferimento al concetto di isolamento o insularità che influisce sui temi della tua nuova serie?

Ultimamente sogno spesso le isole, che è qualcosa di molto liberatorio. Le isole, per me, sono luoghi di risate e gioia; racchiudono storie nei loro angoli tranquilli. Essere su un'isola significa isolarsi dal trambusto della vita reale: è una piacevole fuga dalla routine quotidiana e dai problemi ordinari che fanno parte della nostra vita quotidiana. Questo senso di isolamento risuona profondamente con i temi della mia nuova serie, dove ogni opera invita gli spettatori a trovare libertà e conforto lontano dal consueto.
 
 
3 - In molte delle tue opere d'arte rappresenti gruppi di personaggi strettamente riuniti, spesso impegnati in qualche forma di attività o che condividono un momento insieme. Questo è un riferimento al concetto di comunità? Come descriveresti la comunità di cui fai parte? 

Assolutamente sì. Mostrare gruppi di persone con diverse emozioni mi permette di raccontare storie diverse. A volte questi gruppi sembrano distaccarsi, come fossero mondi a sé stanti. È qualcosa che vediamo molto in questo periodo storico. Ovunque guardi, le persone stanno vivendo il proprio tipo di isolamento, anche quando sono insieme. I miei dipinti spesso mostrano che, nonostante siamo vicini, tra di noi c'è ancora un senso di distanza.
 
4 - In altre opere si percepiscono il senso dell'amicizia e della famiglia. Queste scene mirano a trasmettere un senso di appartenenza o riflettono legami familiari?

Essere un artista a tempo pieno significa lavorare in solitudine, e di recente ho lavorato molto intensamente. In un certo senso mi manca stare con le persone a me vicine e vivere con loro una normale routine quotidiana, in mezzo agli amici o alla folla. Li trasporto allora nei miei lavori. Tendono ad apparire nei miei dipinti. Mio figlio ha 6 anni, e vederlo crescere è incredibilmente stimolante per me che sono un artista espressionista. La sua gioia, i suoi alti e bassi, appaiono in ogni mio dipinto. Inoltre è inevitabile vedere i riflessi della memoria collettiva dei nostri cari. Con la serie 'Isola' ho voluto condividere questi sentimenti di distacco e connessione. Ogni dipinto esplora il mix di solitudine e di comunione, attingendo sia dalle mie esperienze personali che dai ricordi condivisi che tutti abbiamo.
 
 
5 -Cosa speri che gli spettatori colgano nei tuoi lavori?

Poiché dipingo in modo intuitivo, il mio processo di pittura spesso inizia con un errore o una macchia. Questi 'incidenti' mi permettono di vedere e sentire diverse emozioni, storie e composizioni. L’origine del dipinto è sperimentale, ma la narrazione evolve secondo l'interpretazione dello spettatore. Il contributo dello spettatore plasma la storia del dipinto da quel momento in poi. La serie ‘Isola', in particolare, mira a trasportare gli spettatori in un regno di personaggi affascinanti e narrazioni misteriose. Attraverso questa collezione spero che gli spettatori si trovino attratti dalle storie uniche e dalle emozioni evocate da ogni opera, vivendo alla fine un senso di meraviglia e connessione con i paesaggi surreali e i personaggi presenti.
 
6 - I tuoi lavori come 'Dungeon', 'Mars Opening Party' e 'Exodus' suggeriscono una profondità narrativa. Quali storie stai raccontando attraverso questi dipinti?

'Dungeon' rappresenta il decadimento morale della società - la miseria che diventa qualcosa di ordinario e normale. Quando ho visto per la prima volta il dipinto di Otto Dix 'The Seven Deadly Sins' (1933), mi ha scosso! È uno dei miei dipinti preferiti di tutti i tempi. 'Dungeon' è in qualche modo un tributo a quell’opera.

'Mars Opening Party' è una scena di festa con molte figure, ognuna con la propria storia. Ci sono facce diverse, sentimenti diversi. E sì, quello con il naso grosso rappresenta in qualche modo Elon Musk. L'orizzonte che vedi è l'orizzonte di Marte.

'Exodus' è un’opera piena di speranza. In questo dipinto i personaggi si muovono o cambiano posto per sopravvivere. Abbiamo sentito così tante storie strazianti ultimamente. Sentiamo il loro dolore e la loro sofferenza profondamente. Questo dipinto è un riflesso dei nostri tempi, che cattura le lotte e la resilienza delle persone.
 
 
7 - Ogni opera della serie 'Isola' mantiene una dimensione costante, ma i temi variano molto. Come decidi la composizione e la tavolozza di colori per ogni opera?

La prima regola del dipinto è che non c’è nessuna regola.
Nessun piano, nessun limite. Nel mio lavoro, mi faccio trasportare dal flusso. È come se ogni dipinto fosse un viaggio in cui i colori e le forme si uniscono da soli. Lo considero come improvvisare con la natura, dove ogni pennellata e scelta di colore può portare una sorpresa. Lascio sempre che quei piccoli momenti non intenzionali sulla tela mi guidino; spesso si trasformano nelle parti più interessanti dei miei dipinti. Inoltre, non mi concentro su una sola tela alla volta; di solito dipingo diverse opere nello stesso periodo, e ognuna di loro è diversa nelle dimensioni e nella storia che racconta. Questo rende il mio processo creativo sempre emozionante e nuovo.
 
8 - I tuoi lavori sono spesso paragonati alla reimmaginazione del cubismo operata da George Condo, e la tua serie 'Isola' continua a spingere sempre oltre i confini di questo movimento artistico. Potresti parlarci di come artisti quali Condo o altri movimenti artistici abbiano influenzato il tuo approccio all’arte? Inoltre, come mescoli queste ispirazioni con le tue visioni uniche sulla natura, sulla terra e sull'esistenza umana per creare scene così distintamente surreali ed emotivamente impattanti?

Artisti come Picasso, Condo e Guston sono enormi fonti di ispirazione per me. Il loro lavoro ha influenzato significativamente il mio percorso artistico. Mi avvicino all'arte con la mente aperta, attingendo alle profondità del mio cervello destro, che è un vero motore dell’immaginazione. Ma posso dire che cercare di trovare la mia estetica dove ci sono figure leggendarie e capolavori del genere non è stato facile. È stato un viaggio di esplorazione, in cui ho dedicato molto tempo a scoprire il mio linguaggio espressivo - uno che, credo, parli alle profondità dell'emozione umana e dell'esperienza, mescolando elementi surreali con la cruda bellezza della natura e dell’esistenza terrena.
 
 
Questa intervista ci regala la straordinaria visione di Erkut Terliksiz, un artista incredibile il cui lavoro continua a spingere i confini del cubismo e dell'arte surreale verso nuovi orizzonti. 
 
 

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DCG ROME

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