Il sangue verde della natura differisce dal nostro solo per un atomo, il magnesio al posto del ferro. Gemelli degli alberi e dipendenti gli uni dagli altri. Un legame atavico da cui nasce il fulcro dell’elaborazione delle dottrine mistiche riguardanti l’aspetto segreto del creato. L’albero ricorre da sempre quale simbolo della vita.
Nella cabalà è il programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi; è il cammino di discesa lungo la quale le anime e le creature hanno raggiunto la loro forma attuale. Esso è anche il sentiero di risalita, attraverso cui l’intero creato può ritornare al traguardo cui tutto anela: l’unità del “grembo del Creatore”. L’“Albero della Vita” è la “scala di Giacobbe” (vedi Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra, e la cui cima tocca il cielo. Agli alberi, memori dell’antico patto di sangue, alle creature dal sangue verde si ispirano gli artisti della mostra Green Blood, coinvolgendo la natura nella
sua totalità e rappresentandone le sue entità attraverso una pittura surrealistica. Alla mostra Green Blood curata dalla gallerista Alexandra Mazzanti assieme all’artista newyorkese Tara McPherson, hanno aderito ventisei artisti esponenti della corrente Neo Surrealista internazionale: Tara McPherson, Jeff Soto, Martin Wittfooth, Travis Louie, Lola, Brandi Milne, Leila Ataya, Nicoletta Ceccoli, Roland Tamayo, Ana Bagayan, Scott Musgrove, Yosuke Ueno, Sergio Mora, Dave Cooper, Paolo Guido, Afan, Alessia Iannetti, Anastasia Kurakina, Kathie Olivas, Brandt Peters, Ixie Darkonn, Mr Klevra and Corine Perier.
Gli artisti parteciperanno all’esposizione che si terrà il 14 Giugno alla Dorothy Circus Gallery di Roma ciascuno con un’opera inedita composta appositamente sul tema.Il 50% del ricavato delle vendite verrà devoluto all’Associazione Greenpeace.