La Dorothy Circus Gallery di Roma e Londra orgogliosa di presentare le mostre personali
Jungle Boogie del cileno Victor Castillo e Full of Emptiness dell’Italiano
Paolo Pedroni, che inaugureranno presso la DCG Roma a partire dal 20 novembre
2020.
Avviene nel Bel Paese l’inaugurazione della doppia personale di Victor
Castillo e Paolo Pedroni. Uniti da un profondo spirito critico nei confronti della
tendenza all’iper-consumo della societ capitalista occidentale, Castillo e Pedroni
presentano in questa occasione due serie inedite ed ispirate dalla reciproca urgenza di
veicolare un comune dissenso rispetto alla schiavit del consumismo che, se nella
prospettiva del pittore italiano “ci rende tutti vittime”, dal punto di vista del cileno
Castillo comporta una vera e propria “perdita totale di coscienza dettata da un reale
indottrinamento causato dall’interferenza dei mass media”.
Cresciuto sotto un regime totalitario, la cui influenza ha profondamente pesato su
Castillo che autodenuncia la propria ricerca artistica come ispirata anche alle opere
letterarie dell’intellettuale dissidente cileno Roberto Bola o, il pittore individua il
leitmotiv concettuale del corpus di Jungle Boogie nell’ambivalenza dettata da un lato
dalla chiara ispirazione cartoon e occidentale di alcune tra le figure pop pi famose
dello scorso secolo - come i Looney Tunes - e dall’altra dalla forte critica nei
confronti della spinta globalizzante e globalizzata guidata dai mercati economici, che
soffocano le culture dei singoli paesi in favore di un appiattimento e uno
sciacallaggio di usi e costumi.
Particolare attenzione da parte di Pedroni anche e soprattutto al tema dei Social
Networks, che se da un lato sono ormai universalmente riconosciuti come strumenti
potentissimi di veicolazione di messaggi molto positivi, si pensi agli americani Black
Lives Matters e MeToo o all’argentino Ni Una Menos, dall’altro sono ormai diventati
portatori di sofferenze dettate dal confronto nell’arena sociale, forieri di depressione e
auto-isolamento e in special modo canali privilegiati per la trasmissione velocissima
di notizie inquietanti e inquinate, ormai alla luce del sole ben prima della denuncia di
The Social Dilemma. Una lente di ingrandimento sull’emergenza della dipendenza da
tutti i devices della nostra quotidianit (specialmente a danno dei giovanissimi),
quindi, viene posta dal pittore italiano, che sviscera attraverso le sue tele le
problematicit della nostra sovraesposizione alla tecnologia notificando la presenza
del marcio in Danimarca, per dirla con l’Amleto.
Una deriva che ci lascia inermi e lobotomizzati, dunque, quella sottolineata dai due
artisti in quest’occasione, che declinano la spietatezza dell’economia globale
attraverso le proprie tele ad olio e acrilico, il cui spirito Kawai per Pedroni (molto
influenzato dal figurativo contemporaneo orientale) e cartoon per Castillo, si
reificano in due serie profondamente pop e surrealiste, ugualmente irridenti ed
introspettive com’ tipico dei movimenti legati alle avanguardie.
Una maestria tecnica, la denuncia sociale, la psichedelica palette di colori e
l’influenza di alcuni dei nomi pi importanti dell’arte su scala internazionale, tra i
quali si annoverano Federico Fellini, David Lynch, Ennio Morricone, Camille Rose
Garcia, Hayao Miyazaki, Haruki Murakami, Isabel Allende, Fyodor Dostoevsky,
Francisco Goya, Miss Van, Mark Ryden, Sergio Leone e Pier Paolo Pasolini, sono
solo alcuni degli ingredienti di questa doppia personale, che si prospetta essere la
conclusione speciale di un anno che di certo verr a lungo ricordato tra le generazioni
a venire.