Dorothy Circus Gallery inaugura il 2018 con la nuovissima personale di Camille Rose Garcia, intitolata The Ballrooms of Mars. Questa mostra introduce un nuovo ciclo dedicato ai sei capiscuola del Pop Surrealism, presentato a Londra lo scorso ottobre 2017, che ora esporranno una serie di personali originali nella nostra sede romana.
Con sede a Los Angeles, in California, Garcia si distingue come uno degli artisti pop surrealisti più noti e amati a livello mondiale. Produce dipinti, stampe e sculture in uno stile gotico e cartoonesco "horror", che sprigionano un senso di adorabilità e di inquietudine intrinseca. Per il suo debutto alla Dorothy Circus Gallery, Garcia propone una serie di 16 opere uniche che fanno riferimento alle sue influenze e ispirazioni primordiali (misteri della natura, musica, arte), ma soprattutto è ispirata dalle sue nuove ricerche.
Con questa mostra, infatti, Garcia segna l'inizio di un nuovo percorso di ricerca artistica, entrando in una nuova fase della sua carriera. Mescolando colori con linee e contrasti netti, l'artista invita il pubblico a entrare in un nuovo territorio e a percorrere il sentiero che conduce attraverso l'immaginazione, la bellezza, la critica del quotidiano e la vibrazione della musica che ci accompagna ogni giorno attraverso emozioni e sentimenti.
The Ballrooms of Mars esplora la dimensione spaziale esterna, le caratteristiche misteriose dello Spazio e il linguaggio universale della natura fatto di "modelli nelle vibrazioni del suono". Siamo condotti in un viaggio attraverso dimensioni lontane e magiche, in cui incontriamo creature misteriose e personaggi simili a Ziggy Stardust - nati dall'immaginazione di Camille Rose Garcia ma anche indubbiamente influenzati da eroi popolari come David Bowie. La musica riecheggia in tutte le opere di Garcia, in cui le figure tengono in mano e suonano virtualmente LP e giradischi, rimarcando una suggestiva iconografia musicale che abita i dipinti. Il titolo stesso della mostra, The Ballrooms of Mars, deriva da una canzone dei T.Rex contenuta nell'album "The Slider" del 1972.
L'energia cosmica che scorre nella musica e nell'animo umano crea un legame emotivo che si evince dalla tavolozza elettrica e scintillante utilizzata e dall'atmosfera accattivante degli ambienti rappresentati. Lo spazio non è rappresentato come un luogo oscuro, ma come una dimensione estremamente colorata.
In questo continuo movimento di energie, i nostri esseri interiori si risvegliano per partecipare a una danza universale di impulsi sensuali ed emotivi. Anche la controcultura musicale di Los Angeles diventa evidente attraverso i suoni rock and roll di queste immagini, suoni che sono costantemente presenti anche nel processo creativo dell'artista.
Nella sala da ballo di Garcia si balla su melodie futuristiche, si salta da un pianeta all'altro, esplorando come il Piccolo Principe i segreti e le meraviglie di ogni luogo del viaggio. In ogni opera lo spettatore può interagire con un pianeta - tutti personificati come dei, "che si riuniscono ogni 25.000 anni (la Processione degli Equinozi) per ballare una danza elaborata e suonare musica insieme, portando i loro suoni da pianeti lontani".
Questi dei appaiono evanescenti e corporei allo stesso tempo; come le antiche divinità greche, rappresentano un punto di convergenza tra gli esseri umani e gli extraterrestri. Ascoltano musica, interagiscono tra loro e viaggiano come gli abitanti della Terra, tuttavia emanano un'aura di magia che riecheggia nel concerto di suoni che scaturisce dai loro pianeti. Mentre la polvere di stelle scorre nell'atmosfera, le opere di Garcia incantano gli spettatori e sfidano la loro immaginazione a trovare, alla fine, quei mondi nascosti che abitano nel loro subconscio.
CAMILLE ROSE GARCIA: The Ballrooms of Mars: Dorothy Circus Rome | Solo Show
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