La programmazione del 2022 della Dorothy Circus Gallery porta il titolo “The Angel Year” prendendo ispirazione dal significato del numero 22.
Pensato infatti quale Messaggero di Luce, strumento visuale e artistico che possa ispirare forza e determinazione, The Angel Year inaugura con l’esclusiva presentazione della mostra collettiva MILK, prolungamento della precedente esposizione dal titolo Mother and Child ospitata nell’aprile 2019 presso ambo le sedi della galleria a Roma e Londra.
La Reprise MILK , ritorna ad indagare uno dei temi più celebri della storia dell’arte, rappresentato dagli artisti di tutti i tempi, cosi, ancora a più ampio spettro tematico, il tema della maternità è proposto sotto il nome di MILK, la goccia che simboleggia il nutrimento, simbolo di amore e cura essenza dell’amore per i figli in tutte le sue declinazioni.
Inclusivo di paternità e adozione MILK si riallaccia al percorso attraverso una ricerca curatoriale, antropologica ed artistica, che inevitabilmente è ispirata dalle famose Madonne con Bambino, ma che tra i suoi obiettivi si pone quello di promuovere una riflessione più approfondita sulla Maternità legata e non, all’immagine spirituale della Donna.
Se è vero che la Storia dell’Arte ha infatti fornito un punto di partenza per lo sviluppo di tale ricerca, è altrettanto identificabile all’interno della stessa un largo studio della Maternità - intesa come forza generatrice e conservatrice identificabile altrettanto con Madre Natura, e altrettanto riferimenti alla Famiglia, all’accoglienza e la responsabilità Paterna, e con essi la trasmissione dell’amore e la protezione nella sua essenza.
Attraverso l’uso di un vasto vocabolario visuale che abbraccia le più varie tendenze internazionali dell’arte contemporanea, dall’urban art di Saner, Ella e Pitr, Dulk, Millo, Blic e Alex Face all’ evocativo realismo magico di Fatima Ronquillo e Aron Wiesenfeld fino allo stravagante figurativo Surrealista di Rafael Silveira e Flavia Itibere, Jesus Aguado, o di Clementine Bal, e al contemporaneo pop di Hanna Lee Joshi, Kazuhiro Hori, Il suggestivo corpo di opere di Mother&Child Che già nella precedente edizione aveva offerto un’occasione per esplorare il tema della Maternità nella sua accezione più profonda, torna visualizzando i paradigmi del nostro tempo attraverso una panoramica sulle nuove tendenze filosofiche e sociologiche.
Nomi noti e nomi nuovi alla DCG, si affiancano per l’occasione, in una copertura che guarda quasi alla totalità di tutte le fasce generazionali, testimoni ciascuna a suo modo di una modalità differente di fare, ed essere, Famiglia, coinvolti in primo piano sia come individui sia come Artisti i generatori di una creatura artistica che quale goccia di bellezza, nutrimento culturale ed emotivo si fa parte della crescita del fanciullo che lo osserva e lo assimila.
Per questa seconda edizione sono stati invitati in mostra: Fatima Ronquillo, Silvia Idili, Alex Face, Kazuhiro Hori, Dulk, Andrea Kowch, Rafael Silveira, Flávia Itiberê, Jade Rivera, MILLO, Hanna Lee Joshi, Saner, Giulio Secondo, Jesus Aguado, Aron Wiesenfeld, Francesco LoCastro, Clémentine Bal, Ella et Pitr, Arturo Garcia de Las Heras, Blic, NIKKI, Afarin Sajedi, Paolo Pedroni, Millo, El Gato Chimney, Andrea Wan, Tokuhiro Kawai, Miss Van, Cheng Cheng Yi, Koh Kisung.
Genitorialità e infanzia sono quindi i protagonisti di questo cocktail, nel complesso rapporto delle figure che incarnano la protezione e cura nella più pura essenza e forza.
Per citare Natalia Ginzburg nel suo capolavoro Lessico Famigliare, che descrive il rapporto con i fratelli, spiegando con semplicità e purezza l’effettiva lontananza con i consanguinei, anche emotiva, subito capace di colmarsi al fronte di una battuta comune, di una rimembranza infantile, di un “detto famigliare” appunto, che può essere trovato in ciascuna famiglia e che MILK si prefigge di comunicare attraverso la partecipazione degli artisti selezionati provenienti da tutto il mondo, in quanto ciascuno di loro è in grado di apportare il proprio personale contributo a quella che si auspica diventerà una vera e propria Antologica sulla Famiglia.
Nucleo primigenio di ciascun individuo, ne vengono oggi declinate tutte le sfumature più contemporanee e autentiche: dalla coppia eterosessuale, al genitore single, ai due padri e alle due madri, per chi chiamò, e chiama, Mamma una nonna, una zia, e Papà un amico di famiglia, si pone la questione forte dell’Amore nella sua interezza e nella sua inesplicabile, inspiegabile, forza prorompente di fronte alla quale nulla tiene o resiste.
Punto chiave nell’interpretazione e nella lettura di questa produzione espositiva rimane l’influenza primordiale, e non soltanto genetica, della madre sui figli. Non solo matrice, ma vero e proprio caposaldo esistenziale.
Viene evidenziato, d’altro canto, anche il ruolo dei figli sulla madre i quali, nonostante non possano portarne a compimento le ambizioni e i sogni, si fanno suo testamento e Legacy nel mondo dopo la morte di lei. La genitorialità viene quindi indagata da un lato come forza irresistibile che determina l’individuo prodotto, dall’altro come investimento emotivo e profondo della soggettività sulla propria creatura. Tale proiezione in questa sede viene ulteriormente scomposta anche nella domanda mai esaurita sul come essere genitori.