La Dorothy Circus Gallery è orgogliosa di presentare “Mysterium Coniunctionis”, la mostra che presenterà a Roma una rara ed unica collezione di stampe in edizione limitata della celebre coppia Marion Peck e Mark Ryden, unica nel panorama artistico contemporaneo.
Durante la cerimonia di apertura il 10 dicembre, per la prima volta in Italia, gli artisti incontreranno il pubblico durante il Book signing delle loro ultime pubblicazioni.
“Lamb Land” di Marion Peck edito da Cernunnos Edizioni racconta l’intera carriera dell’artista, attraverso una splendida selezione di opere, nuovi saggi, un’ intervista profondamente introspettiva racchiusa in una grafica ammaliante e poetica che descrive impeccabilmente l’immaginario di Peck.
“Pinxit” di Mark Ryden, nuova edizione ampliata del popolare libro prodotto dalla Taschen, invita il lettore nell’universo di Ryden attraverso una raccolta di opere dalle sue mostre più celebri tra cui; The Meat Show, Bunnies & Bees, The Tree Show e tante altre – il volume include anche saggi di Yoshimoto Nara, Carlo McCormick e nuovi testi critici che esaminano ampiamente i temi della carriera di questo eclettico artista.
Le produzioni di Marion Peck e di Mark Ryden sono influenzate le une dalle altre. A partire dal titolo della mostra, Peck e Ryden parlano di “Mysterium Coniunctionis” che si riferisce direttamente alla misteriosa congiunzione, la sintesi alchemica finale dell’ego e dell’inconscio, materia e spirito, maschio e femmina, che guida alla leggendaria “Pietra Filosofale”.
“Mysterium Conjuctionis” presenterà più di 20 opere, in gran parte prove d’artista, molte delle quali sold-out da tempo, offrendo un’occasione davvero unica per aggiudicarsi una di queste preziose edizioni.
Questa collezione presenta le più singolari ed intriganti composizioni di Peck e Ryden, attraverso lavori i cui dettagli sanno essere delicati ed allo stesso tempo estraneamente complessi.
Nelle loro creazioni, indimenticabili e magistralmente eseguite, entrambi gli artisti creano nuove personali mitologie contemporanee, i cui archetipi includono creature fiabesche, personaggi storici, animali, ed icone della cultura pop giustapponendo motivi oscuri ed irriverenti insieme a paesaggi mozzafiato. Gli artisti realizzano una visione della società in cui minaccia e quiete sono indissolubilmente intrecciati.
“Mysterium Coniunctionis” sarà anche l’occasione per scoprire “The Isle of Joy”, la più recente stampa in edizione di 40 ad opera di Marion Peck, realizzata e prodotta dalla Porter House Fine Art Editions appositamente per questo evento e già disponibile presso Dorothy Circus Gallery in Europa, contemporaneamente al lancio in US .
“The Isle of Joy”, che fa parte della serie “Clowns” di Peck è un primo esempio di temi che le sue opere racchiudono, magici se pur nella loro oscura alchimia. Peck qui accompagna gli spettatori nel suo mondo onirico abitato da strane creature e fanciulli introversi. L’artista spiega inoltre che i “clown sono come esseri quasi mistici, come messaggeri di altri regni; anche se pagliacci sono venuti a noi per essere figure uniche capaci di divertire il mondo occidentale moderno, irradiando le energie oscure del mondo sotterraneo. ”
About the Artist
Marion Peck è considerata come un’autrice preminente nel Pop Surrealismo, acclamata per le sue creazioni che entrano in collisione con la natura del mondo – gli animali possono diventare figure umane, i segni distintivi sono volutamente marcati, tutti coesistono in un mondo surreale che può essere allo stesso tempo, struggente, celebrativo e solenne.
Peck ama le espressioni del viso che alludono alle vecchie fotografie vintage , “Dà loro più solennità, e rende i volti particolarmente belli, soprattutto nei ritratti dei bambini”, racconta. E ‘interessante come prima della fotografia moderna, in cui i ritratti erano sostituiti dai dipinti o disegni, le espressioni del viso non erano il racconto di uno specifico istante, ma un amalgamarsi di tanti momenti differenti. “Mi piace quel tipo di profondità, quello sguardo fisso, è questo a cui cerco di arrivare nei miei dipinti.”.
Mark Ryden emerge dalla scena artistica nel 1990, durante un periodo in cui molti artisti, critici e collezionisti silenziosamente sostenevano il ritorno alla pittura classica. Grazie alla sua ineguagliabile tecnica unita ai suoi contenuti conturbanti, Ryden è divenuto rapidamente uno dei leader del movimento pop surrealista a partire dalla West Coast ed espandendo il suo pubblico in tutto il mondo.
A prima vista il suo lavoro sembra rispecchiare il fascino dei più grandi pittori Surrealisti, attraverso le memorie collettive e del suo subconscio. Ciononostante, Mark Ryden trascende i canoni pittorici dei primi Surrealisti, scegliendo consapevolmente soggetti ricchi di connotazioni sociali, politiche e culturali.
Gli spettatori sono inizialmente attratti dalla bellezza confortante dei riferimenti di Ryden alla cultura pop e successivamente messi alla prova dalle circostanze del tempo, venendo trasportati in un mondo in cui le creature parlando da una dimensione di pura onestà fanciullesca, raccontando lo stato del genere umano e le relazioni con noi stessi, con gli altri e con il nostro passato.
Chiaramente trasudante di riferimenti classici, l’arte di Ryden, non solo è inspirata dalla storia moderna ma anche dai capolavori dei maestri del passato. Si annoverano infatti tra le sue più forti influenze quelle a Bosch, Bruegel e Ingres con generosi legami ai codici di Bouguereau ed ai dipinti religiosi di autori italiani e spagnoli..