Al compimento dei nostri quindici anni di attività la gran parte di voi avrà assistito a numerose mostre di Artiste donne. Abbiamo parlato di Donna, di Femminilità, di Arte al femminile in diverse forme e sin dal principio della nostra attività. Questo perché la missione di portare all’attenzione la voce Femminile, taciuta per troppi anni, è ancora la chiave fondamentale della nostra ricerca curatoriale.
Tuttavia la nostra ricerca, così come l’accezione del femminile che si intende portare in scena prescinde dal gender e raccoglie invece il più arcano e profondo concetto di donna, quello che racchiude l’ideale e il reale della femminilità in totale fluidità di gender.
Così, se abbiamo appena proposto l’aspetto più forte e coraggioso della donna nelle immagini di donne libere e fiere di Jana Brike, ci troviamo ora davanti ad un altro aspetto della femminilità quello che si avvicina all’astrazione e all’ideale del femminile.
L’immagine idealizzata della donna raccontata da Miho Hirano e da Mitsuko Kuroki si radica nell’immaginario della storia della pittura quale messaggero di bellezza e di ideale, la donna che racchiude l’angelo e che diventa messaggero di positività, di luce, di giustizia.
Quello che però è comune nella pittura femminile del nuovo secolo è la coesistenza di tutti gli aspetti dell’essere, la Pittura femminile contemporanea si completa attraverso l’ambivalenza del messaggio. Così all’interno della figurazione, che appare in veste e forma di donna, possiamo ritrovare dalla madre alla figlia, dalla fanciulla alla donna, dall’angelo al bambino, perché il messaggio sia che sia originato da una pittrice donna sia che sia l’avatar di un pittore conserva la coerenza della scelta al Femminile.
Non è un caso infatti che tra i nostri pittori del passato e del presente appaia l’avatar femminile quale scena di trasmissione di una poetica intima e profonda, legata ai temi della spiritualità e della coscienza.
Così le due pittrici, rinomate rappresentanti del nuovo surrealismo giapponese ora presentate in una doppia mostra personale, raccontano la percezione del femminile, e attraverso il sesto senso restituiscono suggestioni invece che storie, sogno invece che realtà, colore del cielo della notte e delle stelle per riportare ancora una volta lo sguardo sull’interiorità e sulla voce che dentro ciascuno di noi risuona con il bello, il giusto, il sublime in risposta alla violenza, alla guerra e all’orrore.
In entrambe le serie Beauties of Nature di Miho Hirano e The Sixth Sense di Mitsuko Kuroki, la donna incarna ancora una volta la voce femminile e altrettanto quella maschile che si schierano per il cambiamento che si uniscono in un magico tutto nel quale più che mai in questi tempi angoscianti sentiamo il bisogno di credere.
L’arte resta l’arma della cultura e dell’anima, facendo così leva sul senso più sviluppato, la vista, riesce ancora a catturare l’attenzione e richiamarci alla battaglia contro la manipolazione che ci vuole tutti accecati e funzionali davanti agli schermi luminosi dei nostri daily commitments.
Mentre attraversiamo la notte guidati dalla luminescenza delle cinque opere dipinte su tavola di Mitsuko Kuroki intrise di pigmenti polverosi e briciole di stelle, intravediamo nelle cinque tele ad olio di Miho Hirano una primavera celeste, che in una combinazione degli elementi, Aria e Acqua anticipano l’alba di giorni nuovi di cui il traguardo è la protezione della natura.