In occasione di Aurora Consurgens, traducibile dal latino come “Alba Nascente”, la Dorothy Circus Gallery espone ancora una volta presso i suoi spazi le straordinarie grafiti su tavola di Alessia Iannetti, riconosciuta ormai a livello internazionale per la maestria tecnica e i contenuti spirituali delle sue opere e discepola di Omar Galliani. La serie, caratterizzata da 10 opere a grafite e acquerello su tavola, si colloca temporalmente come continuazione omogenea e coerente di quello stesso percorso catartico ed esistenziale preannunciato nella serie Daphne Descends, esposto sempre alla Dorothy Circus Gallery di Roma nel 2013, e conduce nuovamente il suo visitatore in un lungo viaggio di iniziazione che gli permetta di accedere alla nuova vita che avrebbe accresciuto spirito, per dirlo con le parole dell’artista stessa.
Ispirata ai riti iniziatici e filosofici non solo della mitologia e religione greche e siberiane, ma anche vicini allo studio dell’alchimia perpetrato lungamente nei secoli medievali (si pensi fra tutti all’omonimo testo di Tommaso d’Aquino), la serie di Iannetti presentata in questa occasione riconduce nuovamente il suo fruitore nei boschi e paesaggi classici dell’iconografia dell’artista, con l’aggiunta di un’ulteriore complessità e potenza stilistiche, riconducibili all’attrazione fortissima dell’artista ai temi della Bellezza, dell’Amore e della Magia. Declinati con Aurora Consurgens, Iannetti, come Virgilio fa con Dante, accompagna l’osservatore in un percorso dagli Inferi all’Eden, dalla morte fino alla sua rinascita, con lo scopo di purificarne ed arricchirne l’anima.
E la trasformazione rimane infatti ancora una volta tema principale delle opere dell’artista, che magistralmente dispiega con le sue tele un percorso di redenzione che è anche un cammino iniziatico, verso la redenzione e la comprensione dei propri comportamenti e errori. Concetti quindi come Catabasi e Anabasi, Yggdrasil e Vitriolum, presenti e fortissimi nelle filosofie greche, norrene e alchemico – medievali, si intrecciano nella serie oggi esposta, andando tutti ad indicare il percorso di metamorfosi in cui, per concludere sempre con le parole di Iannetti, boschi selvaggi e brulicanti di curiosità sono ancora la materializzazione del mio mondo interiore. La figura femminile è sempre protagonista; essa potrebbe rappresentare la trasposizione della mia anima nell’opera, o forse il riflesso dello spettatore in uno scenario creato per essere condiviso.